Intervista a Silvia Federica Boldetti

Oggi vi presentiamo l’intervista ad una delle concorrenti del programma tv appena concluso “Il più grande pasticcere”: Silvia Federica Boldetti, 26 anni, torinese doc, 2 anni di esperienza, conosciamo meglio la Signorina Fantasia.
D. Come è iniziata la tua carriera di pasticcere?
R. Come tutte le cose migliori che mi sono capitate: per caso. A una fiera ho conosciuto Vittorio Santoro, direttore della Cast Alimenti e dieci minuti dopo gli ho detto che volevo diventare una stagista della scuola. E alla stessa fiera ho conosciuto Livia Chiriotti e ho iniziato a scrivere per Pasticceria Internazionale
D. Qual’è stato il tuo percorso formativo per diventare pasticcere?
R. La Cast Alimenti, vissuta da stagista e non da corsista. È un percorso che dura un anno. Intenso, faticoso e meraviglioso. Ed era quello di cui avevo bisogno per recuperare tutto il tempo speso fino a quel momento a fare altro. Sono entrata che non avevo quasi idea del mondo professionale della pasticceria, ne sono uscita ancora più innamorata e convinta di prima. Poi mi sono innamorata del Cioccolato e ho fatto tre mesi indimenticabili alla Selmi.
D.Quali sono gli artisti e maestri che ti hanno ispirato?
R. Racchiuderli in una risposta è più che riduttivo ma le persone e maestri che più ho avuto vicino nel mio percorso sono Stefano laghi, Gianluca Fusto e Livia Chiriotti. Stefano è un grande professionista, tanto arrosto e poco fumo. È la precisone, tecnica, chimica e praticità della pasticceria. E se tante cose le ho imparate e le so padroneggiare lo devo a lui e non smetterò mai di essergli grata. Non solo professionalmente, ma anche umanamente mi ha insegnato a non mollare mai e continuare per la propria strada con umiltà. Gianluca Fusto è innanzitutto un amico, che non ti nega mai un parere e un consiglio nonostante i mille impegni. E’ genialità e innovazione, è eleganza, la passione per la pasticceria tradotta in creazioni che stupiscono la vista e il palato. E questa visione che mi ha trasmesso cerco di riproporla anche nei miei dolci.
Infine c’è Livia. Lei non è una pasticcera ma di pasticceria ne ha fin sopra i capelli. E per me è energia pura. È classe e spirito libero. È una donna che insegue i propri ideali a spada tratta. È chi ha creduto in me prima che io stessa ci credessi e che ha dato voce alla mia penna.
E per questo non la ringrazierò mai abbastanza.
D. Cosa ne pensi del cake design che si è diffuso così rapidamente anche in Italia?
R. Secondo me il cake design è la voglia di un adulto di continuare a giocare con il pongo.
A parte gli scherzi, credo che cake design e pasticceria siano due materie diverse. Forse in parte interconnesse ma non sovrapposte, come la matematica e la fisica. E che parlare di pasticceria riferendosi al cake design sia un errore di sostanza.
D. Quali sono i progetti per il futuro?
R. Non fermarmi mai. Continuare a rincorrere i miei sogni con tutto il fiato che possiedo.
D. Come è nata l’esperienza di “Il più grande pasticcere”?
R. È nata per caso. Da una telefonata ricevuta e da qualche consiglio, perché altrimenti con la testa dura che ho non avrei partecipato. E ora sarei qui a pentirmene.
Ma nella vita bisogna buttarsi perché sono convinta che nulla avvenga per caso, ed è meglio sapere di averci provato che avere il rimpianto di non averlo fatto.
D. Cos’è che caratterizza il tuo stile? Hai un segno di riconoscimento nelle tue creazioni?
R. Nelle mie creazioni cerco di dare movimento e colore giocando con le forme e i colori degli ingredienti. La pasticceria per me è gioia e gioco, è un regalo che ci si fa e per questo deve essere fantasiosa, a volte divertente, fine ed elegante. Mai abbozzata e pacchiana.
Devo ancora affinare uno stile vero e proprio perché è relativamente poco tempo che sono pasticcera e penso che sia qualcosa che si acquisisce anche con l’esperienza. Forse devo ancora capire esattamente chi sarò e cosa farò da grande.