Noce

La noce (dal latino nux,nucis) è il frutto secco del noce, che è prodotta dalla Juglans regia, deve essere considerata più come una drupa che non come una vera noce. Porta un gheriglio (seme) racchiuso entro due valve legnose (endocarpo) a loro volta circondate da un tessuto verde, carnoso, duro detto mallo (epicarpo).
La parte più visibile dell’embrione è data dai due cotiledoni carnosi, bilobi, cerebriformi, che appaiono come distinti in quattro lobi, infossati in quattro compartimenti del guscio che sono incompletamente distinti da un falso setto lignificato e resistente. Il seme possiede un ottimo sapore, tanto più delicato quanto più è fresco, essendo ricco di olio di ottima qualità, ma che tende a irrancidire in breve tempo. Se ne sono ottenute diverse varietà, fra cui la premice, la tardiva o di San Giovanni, la noce di Sorrento, la noce Malizia, ecc. Le noci maturano in autunno; già in settembre, tuttavia, il loro guscio legnoso ha raggiunto una definitiva solidità. Il seme viene consumato tanto allo stato fresco quanto allo stato secco. Se tuttavia è destinato a una lunga conservazione occorrono molte attenzioni per evitarne l’irrancidimento. Si possono inoltre utilizzare le noci prima ancora che raggiungano la piena maturazione; in giugno o in luglio, quando il guscio è ancora erbaceo e tenero, se ne preparano delle confetture con o senza il mallo, o si fa un liquore, il nocino. D’interesse non secondario, inoltre, è l’estrazione dell’olio, che si fa non molto tempo dopo la raccolta.
I gherigli, ripuliti dal guscio e dai setti intermedi, vengono prima fatti essiccare, poi vengono schiacciati su di una mola verticale; la pasta che se ne ottiene fornisce, a una prima pressione, a freddo, circa il 35-38% di olio vergine, mentre, a una seconda spremitura, a caldo, ne dà ancora circa il 20%. Questa seconda frazione, tuttavia, è verdognola, di sapore acre e adatta solo a impieghi industriali, quali la preparazione di saponi, di colori a olio o la concia delle pelli. I panelli d’estrazione vengono poi destinati all’alimentazione zootecnica o, se freschi, alla pasticceria.
L’infuso di foglie di noce, ricco di tannino, era adoperato in medicina popolare per gargarismi, per lavande vaginali e nel trattamento dei geloni; l’estratto di foglie di noce era anche impiegato nel trattamento del diabete. Come tutta la frutta secca, la noce ha un alto valore energetico. Secondo alcuni studi la noce avrebbe il potere di ricostruire i tessuti che vanno consumandosi e logorandosi e hanno inoltre funzione di rafforzare le difese immunitarie dell’organismo. Si ritiene anche che mangiando tre frutti al giorno, in un mese si abbassa di 20 punti il tasso di colesterolo nel sangue, allontanando decisamente il rischio dell’infarto; ma è d’obbligo un invito alla prudenza e ad evitare l’abuso come con tutti gli alimenti.
La noce comune – La noce è una drupa costituita da un seme (gheriglio), stretto tra due gusci legnosi (endocarpo) avvolti dal mallo. La noce tradizionalmente è simbolo di fortuna. I romani facevano piovere noci sugli sposi, usanza ancor viva a Modica (Sicilia) fino agli inizi del XX sec. In Belgio le ragazze erano solite mescolare noci piene a noci vuote: chi pescava una noce piena si sarebbe ben presto sposata.
La noce del Brasile – È contenuta in un frutto grosso come un’arancia (da otto a ventiquattro noci), tipico della foresta tropicale. La noce, il cui sapore è a metà fra quelli della noce comune e del cocco, ha forma di spicchio, guscio ruvido e margini netti. La noce pecan – È una pianta dell’America settentrionale, alta fino a 50 m, simile al noce, che produce frutti di forma leggermente allungata, a guscio quasi liscio, con gheriglio gustoso. Valori nutrizionali per 100 gr – Carboidrati: 6,3; proteine: 15,8; grassi: 63,7; calorie: 662 (nette), 264 (lorde, calcolando nel peso la parte non edibile).